2015-03-14 ~ 3 min read

TA Bardellone - Cinque Terre


[caption id=“attachment_656” align=“alignleft” width=“300”]TA Bardellone - Cinque Terre Foto di gruppo by Il Pagliotz[/caption]

Ve l’avevo annunciato in extremis un po’ di tempo fa e alla fine posso dire “Io c’ero!”. Sto parlando del Trail Autogestito Bardellone - Cinque Terre per i Nipoti di Dawa. Volete sapere com’è andata? Continuate a leggere!

Ore 10, si parte da casa, mangio un panino con il prosciutto (il mio pranzo) e un’oretta dopo sono al Santuario di Soviore zainetto in spalla. Foto di gruppo (e che gruppo!) e si parte. Lasciamo Soviore facendo un pezzetto di strada asfaltata per raggiungere il sentiero per la Madonna di Reggio. Un sentiero a tratti piuttosto tecnico, ma anche molto divertente. Un saliscendi continuo che porta in breve tempo al Santuario. Qui ci salutano le sue querce enormi e una vista panoramica mozzafiato.

Riprendiamo le energie e si riparte, percorrendo un sentiero che, tra boschi di castagni, guadi di torrenti e vigne spettacolari, ci porta al Santuario di San Bernardino. Il ritmo è sempre molto tranquillo, ci si aspetta spesso per aspettare quelli un po’ più lenti (come me). A San Bernardino il panorama è qualcosa di spettacolare. Ad est Corniglia e tutta la costa fino alla Punta di Montenero. Ad ovest da Vernazza a Punta Mesco. Da qui parte un sentiero molto ripido e tecnico (se lo fate state molto attenti) che in un paio di chilometri tra salti e gradini porta dai 320 m del Santuario ai 0 di Vernazza. Lo ammetto, è parecchio difficile non distrarsi con il panorama che ci circonda, ma è necessaria la massima prudenza.

A Vernazza vediamo la prima vera civiltà, che a dire la verità guarda questa ventina di persone un po’ come alieni. Raggruppiamo tutti e partiamo per Monterosso. Il sentiero che percorriamo è una parte del famoso Sentiero Azzurro, in questo tratto un meraviglioso single track che resta sempre piuttosto vicino al mare. La machia mediterranea la fa da padrona, alternandosi con uliveti che invadono il sentiero con le loro radici. Il sentiero è piuttosto facile e facciamo presto ad arrivare a Monterosso. Attraversiamo il paese e reggiungiamo l’ultimo vero scoglio: la scalinata del Mesco.

Qui i km si fano decisamente sentire e non è semplice salire. Inizio ad avere i crampi e non sono il solo ad avere qualche problema. Salutiamo l’arrivo alla Punta quasi con gioia e ci fermiamo a visitare l’Eremo di Sant’Antonio e il punto di avvistamento del Semaforo. Ripartiamo e continuiamo a salire fino ai Bagari, tra cespugli di eriche e pini, o perlomeno quelli superstiti dalla malattia che attanaglia la nostra zona. Arrivati ai Bagari il panorama, reso già spettacolare dalla vista delle Cinque Terre, si allarga anche alla vallata di Levanto. Noi continuiamo a correre, almeno dove è possibile. Arrivati alla Colla Di Gritta decidiamo che forse è il caso di evitare l’AV5T, che ci porterebbe più lontano e più in alto, e proseguiamo lungo la strada asfaltata. Chiudiamo i 24 km circa in poco più di 5 ore, con un D+ di 1748 m.

Un’esperienza meravigliosa con un gruppo di gente divertentissima. Un sentito ringraziamento a tutti, in particolare a Andrea Olivi, artefice di tutto questo. E onore alla Wanda, che su quattro zampe, senza scarpe nè zaino idrico ci ha fatto mangiare tanta polvere facendo almeno 10 km in più!


Biopic di Sirio Negri

Ciao, mi chiamo Sirio Negri, sono uno sviluppatore web, un tecnomane, un papà e uno di quei pazzi che corrono per boschi e monti macinando km per il puro gusto di farlo e di conoscere nuovi posti e paesaggi.