Domenica 10 febbraio. 7 del mattino. Giornata di lungo e la tabella chiede 14 km. Ma la voglia di trail è tanta e la decisione presa. Obiettivo: giro di Tramonti e Montenero.
Raggiungo il consueto parcheggio di Biassa da cui partono la maggior parte dei miei giri. Un po’ di riscaldamento (il freddo è parecchio) e un po’ di strecthing e si parte. Percorro velocemente la strada di Biassa deserta fino a raggiungere l’imbocco del sentiero 4a, un meraviglioso sentiero che collega Biassa a Campiglia. Il sentiero attacca subito in pendenza, spesso trasformandosi in una dura scalinata in cui correre non è impossibile, ma sicuramente difficile. Arrivato alla Sella Gesuela, come viene chiamata in italiano, il sentiero diventa molto più facile. In teoria. In pratica molti tronchi interrompono il sentiero e tutto diventa una corsa ad ostacoli. Superato l’intoppo mi saluta il sole mentre sorge e arrivo a Campiglia, ancora illuminata di arancione.
Da qui prendo il sentiero 4d per Fossola. Un meraviglioso sentiero che attraversa la zona di Tramonti tra pietraie, muretti a secco, vigne e quercie da sughero. Il sentiero è un single track molto tecnico, con pezzi stretti a picco sul mare e ripide scalinate di sasso da salire. Ma il paesaggio vale la pena da solo e ripaga totalmente la fatica. Supero Schiara, Nozzano con la sua fontana napoleonica e sorvolo Monesteroli intravedendo la temibile scalinata detta “Il Muro”, per arrivare a Fossola. Attraversandola incontro le prime anime da quando sono partito e risalgo la scalinata per arrivare sulla Litoranea delle Cinque Terre.
Da qui a Montenero è una lunga corsa su asfalto. La conosco anche troppo bene, e senza saliscendi sarebbe persino “pallosa”, se non fosse per il meraviglioso paesaggio delle Cinque Terre. Dopo qualche chilometro arrivo alla deviazione per il Santuario di Montenero e inizio a salire. Arrivato in cima mi fermo un attimo a guardare il panorama e riparto lungo il sentiero 3, direzione Telegrafo. Il sentiero corre a metà costa in una vecchia pineta distrutta da un recente incendio, per poi iniziare a salire tra scalette e rocce verso il Telegrafo. La fatica si fa sentire, ma arrivo in cima. E l’arrivo sembra quasi una vittoria con La Spezia e gli Appennini come sfondo.
Dal Telegrafo in poi è la solita discesa fino a Biassa. Il sole è già alto quando arrivo a casa dopo 14.81 km in 1:55:43 con D+ 875 m. 7:49 al km non era proprio nei piani, ma se levo le soste per fotografie varie sarei andato a 6:32 al km, ma con paesaggi del genere è dura non fermarsi