Era un paio di anni che ci pensavo, “Prima o poi lo faccio!”. Ma quel prima o poi veniva rimandato ogni volta. Un giorno finalmente mi sono deciso: oggi vado a Levanto! Via sull’Alta Via delle Cinque Terre!
L’organizzazione
Sembra incredibile, ma esigenze familiari e condizioni meteorologiche e geografiche hanno creato la necessità di organizzare il viaggio nei minimi particolari. Prima di tutto la famiglia: moglie al lavoro e bimbo da sistemare dai nonni.. Poi il rientro: auto in Piazza D’Armi a Spezia, così il rientro è assicurato! Infine i rifornimenti: assolutamente nulli su quasi tutto il tracciato. Tanti integratori, un paio di panini, sacca idrica a tappo e borraccia supplementare. È agosto e per quanto presto io parta, so bene che prenderò le ore più calde.
Si comincia
Subito si comincia con la prima salita, la vecchia scalinata che da Pegazzano porta a Biassa. Uno splendido sentiero che taglia letteralmente le curve della strada che sale verso Biassa. Un passo a casa a prendere un caffé con la moglie e si riparte, la meravigliosa scalinata che porta a Sant’Antonio davanti a me. Arrivato in cima si apre davanti a me il mitico AV5T, il lungo sentiero che collega Portovenere al Monte Zatta, raccordandosi all’Alta Via dei Monti Liguri. Sono nel mio parco giochi!
Il crinale
Da Sant’Antonio seguo l’AV5T in crinale, un single track con un paio di punti panoramici a dir poco suggestivi. Al Bivio Bramapane si trasforma in una strada bianca estremamente scorrevole che porta fin sopra Riomaggiore, passando l’imponente costruzione del “Segnale” del Monte Grosso. Alla Sella della Croce l’AV5T diventa un lungo single track nel bosco, un saliscendi che tocca tutte le principali vette delle Cinque Terre. Il Monte Galera con la sua grotta rifugio, il Monte Capri, Monte Cuna e la Sella Marvede. Un po’ di pianeggiante fino alla discesa divertentissima fino all’Aia del Cane. E poi Sella Cigoletta, Monte Gaginara, Monte Castello e il Malpertuso che con la sua sella a 780 m è il punto più in alto di tutto il percorso.
La discesa
Dalla Sella Malpertuso inizia una lunga discesa che porta ad una strada asfaltata. All’altezza dello spaccato per Drignana prendo di nuovo il sentiero che porta al Valico del Termine, tutto con vista panoramica sulla vallata di Pignone. Al Termine l’AV5T continua sul crinale in direzione del Monte Bardellone. Il mio obiettivo è Levanto, quindi prendo la provinciale che scende verso Monterosso e Levanto, fermandomi per un po’ di sosta e un caffè al Santuario di Soviore. Al bivio della Colla di Gritta prendo di nuovo, finalmente, il sentiero che risale la costa del Monte Focone in direzione Punta Mesco.
Il Mesco
Corro giù per la pietraia dei Bagari, ma le soste sono obbligate, vuoi per le perdite di concentrazione dalla stanchezza, vuoi per i meravigliosi panorami su Levanto da una parte e le Cinque Terre dall’altra. Arrivo a Punta Mesco che sono le 11 passate, un paio di foto all’antico Eremo di Sant’Antonio e una bella sosta panino al punto di avvistamento del Semaforo, quasi a picco sul mare. Sono anni che non vengo qui e tanti ricordi affiorano alla mente. Riparto saltellando di sasso in sasso verso Levanto, incrociando tante persone che stanno salendo. “E meno male che il pazzo sono io…”. è mezzogiorno ormai, un mezzogiorno di fuoco agostano. E questi salgono a quest’ora verso la punta su un sentiero completamente esposto al sole e queste temperature?? In tenuta da spiaggia?? La follia umana non ha limiti… Poi leggi che il turista tal dei tali ha avuto un malore e è dovuto intervenire il Soccorso Alpino…
La discesa verso Levanto
Passo Case Lovara e il suo fantastico panorama, meravigliandomi del fantastico lavoro che hanno fatto, l’ultima volta era quasi distrutta. Passo la Casa della Meridiana, ormai piena di ponteggi e al sole completo, visto che dei pini di una volta non ne è rimasto nemmeno uno. Ogni passo è un ricordo di 20-30 anni fa, quando da bimbo questa era la mia passeggiata preferita. Passo le case del Mesco e i loro vigneti e raggiungo la strada asfaltata che scende verso Levanto tra ville decisamente ricche. Finalmente abbandono l’asfalto e prendo la lunga scalinata che, passando Casa Marconi, il Parco degli Agnelli e il Castello porta sul lungomare. Tra mille villeggianti passa un pazzo di corsa, vestito strano e con uno strano zaino idrico sulle spalle. Fermo il cronometro al Casinò, dopo 33 km in [tempo]. Mi riprendo, mangio l’altro panino e via al treno.
Un viaggio decisamente divertente, impegnativo e con molti pezzi tecnici, ma con panorami e posti fantastici. E poi vedere la mia Levanto ha sempre il suo perchè!
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Hai mai fatto questo giro? Ti è piaciuto? Com’è andata? Fammelo sapere nei commenti