Ci sono volte in cui senti il bisogno di fare chilometri e chilometri. Ci sono volte in cui vuoi fare sentieri nuovi. E per me era un po’ di tempo che sentivo questo grande bisogno. Ed è per questo che il 24 gennaio (giusto prima di una devastante influenza) sono partito con obiettivo Manarola! Pronti? Via!
7:30 del mattino. Fa freddo, ma neanche troppo. Lo zaino è già in spalla e la scalinata è lì di fronte a me! Partenza! Da casa arrivo a Sant’Antonio, poi Telegrafo e quindi salgo lungo l’AV5T. La strada la conosco, quasi sasso a sasso, almeno per alcuni chilometri. Supero il bivio Bramapane, percorro la lunga strada bianca che porta alla Sella La Croce. Da qui si torna su un meraviglioso single track che corre lungo il crinale.
Arrivo alla Sella Galera e prendo finalmente lo “sconosciuto” sentiero 502, una veloce traccia che corre in un bosco meraviglioso. Supero una sorgente e dal cambio di paesaggio intuisco che sto per arrivare al 530, la Strada dei Santuari. Non ho mai capito perchè, ma ti accorgi di arrivare in zona dal fatto che i castagni lasciano il il posto a pini e eriche.
Attraverso il 530 e torno sul 502, per arrivare in breve tempo ai primi vigneti del Groppo e quindi a Manarola. In questo periodo il paese è praticamente deserto, per lo meno a quest’ora. Un salto a vedere il presepe (spento) e si riparte. Mi aspetta il temibile 531, una salita ripidissima e interminabile, seppur piuttosto corta sulla carta.
Si tratta di salire fino alla Costa di Corniolo, per poi ridiscendere a Riomaggiore, salita fino a 240 m di altezza e ridiscesa a volo di falco, il tutto in poco più di 1,5 km. Arrivo distrutto in cima e alzo lo sguardo. Di fronte a me si apre un paradiso. Il sentiero ridiscende ripidissimo tra i vigneti a picco sulla vallata di Riomaggiore. Da qui si vede tutta la costa fino oltre Montenero. Scendo in modalità capra, facendo scorrere veloci sassi e vigne.
Arrivo in paese quando la vita si sta svegliando. La gente apre i negozi, i camion fanno le consegne e io arranco sulla lunga salita che attraversa tutto il borgo. Arrivo al Lagaccio e saluto con piacere il sentiero che mi si apre davanti. Da qui è una lunga scalinata costellata di immagini votive fino al Santuario di Montenero, dove lo stop è d’obbligo. Il paesaggio ispira la sosta e il verde dell’erba lo sdraiarsi. Sì, in effetti anche la fatica ha un ruolo importante in questo senso. Purtroppo non ho però molto tempo e riparto poco dopo verso il Telegrafo, sempre salendo. In pratica dai 0 m di Riomaggiore è una salita unica fino ai 500m del colle. Da qui prendo il sentiero vecchio che in breve tempo mi porta fino a casa, saltellando tra i sassi e gli alberi caduti.
Alla fine i chilometri sono 15.89, con 1039 m D+ e un tempo di 2:49. La fatica è stata tanta, ma credetemi, ne è valsa la pena!
[FAG id=1775]